La Campania è una terra magica e sorprendente in cui miti e leggende si mescolano con tradizioni e ritualità che sconfinano spesso nell’esoterico e nell’occulto. Soprattutto nelle aree interne del Sannio il rapporto con il suolo ed il sottosuolo continua ad essere molto forte, ed è proprio in questo territorio in cui il tempo che scorre è scandito tutt’oggi dal ciclo contadino, che ancora si possono ascoltare storie ed aneddoti che riguardano le Janare di Benevento. Ma chi sono le Janare di Benevento?
Le Janare sono essenzialmente le famosestreghe di Benevento!
Il nome Janara, secondo alcune fonti ha delle origini molto antiche, infatti si pensa che derivi dal nome della dea Diana, più precisamente da Dianara, ovvero seguace della dea della caccia. Per via del fenomeno linguistico che sopprime la lettera “D” iniziale in favore della lettera “I”, dianara si trasforma in janara!
Ma ecco, scopriamo qualcosina in più sulle streghe di Benevento. Le Dianare dunque, seguaci di Diana, erano solite festeggiare la dea il 13 agosto, data nella quale veniva celebrata una Festa del Fuoco simile a quelle delle culture celtiche del Nord Europa che si svolgono in occasione dei Solstizi o di particolari ricorrenze celebrative dell’anno. Ebbene, durante queste cerimonie, che si svolgevano tassativamente nei boschi, la natura si illuminava di una miriade di torce il cui bagliore si rifletteva fino nelle acque del lago (o degli specchi d’acqua sempre presenti), e questo gesto rituale veniva ripetuto a scopo evocativo da ogni famiglia in tutto il territorio italico. Rituale molto simile a quello che praticavano le streghe beneventane, ovvero il Sabba al Noce di Benevento (che vedremo a breve)
Altra origine del nome potrebbe individuarsi nella parola latina “Ianua“, che significa letteralmente “porta”. Ma cosa c’entra la parola “porta” con le streghe? Calma, a tutto c’è risposta! Dunque:
La Janara è una figura della tradizione popolare e contadina, un’immagine che si tramanda oralmente.
È un essere magico che conosce i rimedi per le malattie grazie alla capacità di mettere insieme ricette a base di erbe magiche (‘u ‘nguento) ma allo stesso tempo può anche far male scatenando tempeste. In origine le Janare non avevano una valenza religiosa, ma pagana, alla stessa stregue delle fate. Tuttavia, ben presto, soprattutto nel Beneventano, si diffuse la credenza che queste streghe si riunissero sotto un albero di noce sulle sponde del fiume Sabato per venerare il demonio, di cui erano figlie, sotto forma di cane o caprone. Ecco il famoso Sabba delle Streghe! “Ok, ma “Ianua” continuo a non capire cosa c’entri” ti starai sicuramente e giustamente chiedendo. Invece “Ianua”, ovvero “porta” c’entra tantissimo! Si perché secondo la tradizione contadina infatti, bisognava collocare davanti alla porta una scopa di miglio capovolta o un sacchetto con grani di sale, contando i quali la Janara avrebbe indugiato fino all’alba, quando la luce, sua acerrima nemica, l’avrebbe costretta a fuggire via, lasciando così in pace gli abitanti di quella casa o di quella camera in particolare.
La credenza sulle Janare è così radicata che dai secoli passati ad oggi ci si chiede ancora se queste streghe, depositarie di antichi e occulti segreti, esistano o meno, se siano reali o solo un frutto della fantasia per riempire i racconti popolari.
Chi può saperlo con certezza? Potresti scoprirlo proprio tu passeggiando tra le strade e i vicoli di Benevento! Noi però dal canto nostro, per stare sicuri, ora ti consigliamo anche un rimedio per scacciare una Janara, qualora ne incontrassi una! Dunque, l’unico rimedio per tenerla lontana è: afferrarla per i capelli, suo punto debole, e alla domanda “ch’ tien’n man’?” (Cos’hai in mano?) rispondere “fierr’ e acciaij” (ferro ed acciaio) così da impedirle di liberarsi.
Se la curiosità si è impadronita di te e vorresti ascoltare qualche particolare aneddoto sulle Janare di Benevento, non ti resta che venire in città!
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